DODICI
Dodici sono le ore dell’orologio, i mesi dell’anno, le Tavole della Legge dell’antico diritto
romano, i membri dell’omonimo Consiglio sammarinese… ma sono anche i bambini “investiti” dalla
127, (non l’auto ma) la legge entrata in vigore appena 6 mesi fa e che a questi 12 bambini ha negato
il diritto fondamentale alla vita, legittimandone anche in territorio sammarinese la soppressione nel
ventre materno.
Il dato numerico di 12, recentemente diffuso da San Marino RTV, è stato comunicato dal
Segretario di Stato alla Sanità, che, con una punta di soddisfazione che a noi è apparsa piuttosto
macabra, ha precisato che, grazie alla Legge 127/2022, quattro assistite ISS si sono recate ancora in
Italia ad abortire, ma in regime di convenzionamento ISS, mentre le restanti otto hanno potuto abortire
a San Marino “in modo sicuro e senza complicanze”. Che bella conquista civile! Finalmente anche
nell’antica terra di San Marino si può abortire in modo sicuro e senza complicazioni, e, se proprio si
preferisce farlo fuori confine, l’ISS si preoccupa comunque di tutto! Servizio completo e sicuro per
le assistite ISS. Peccato che per l’assistito ISS che sta nel grembo materno e di cui l’ISS, di norma, si
fa carico anche quando nascituro, le sostanze farmacologiche somministrate alla donna ne abbiano
comportato il decesso.
Sono 12 bambini che non andranno a riempiere i nostri plessi scolastici, sempre più vuoti,
che non andranno ad animare le nostre piazze, sempre più spente, che non potranno mai far valere le
loro capacità a beneficio della nostra comunità sammarinese, sempre più vecchia, ma soprattutto sono
12 esseri viventi, appartenenti alla specie umana (come attesta il loro DNA, unico ed irripetibile), a
cui questa dignità non è stata riconosciuta da una società, come la nostra, che si proclama inclusiva,
progredita, contraria alla pena di morte e che conosce, giustamente, anche norme che tutelano i nostri
animali da affezione, la fauna selvatica e alcuna specie arboree. Ma sono anche 12 donne, 12 madri,
12 nostre concittadine, che dovranno convivere con questo pesantissimo dolore e profondo vuoto,
come dimostrano le tante testimonianze raccolte e i dati sanitari degli effetti del post aborto.
Noi, come comunità sammarinese, abbiamo sicuramente il
compito di stare accanto a queste donne e sostenerle, ma ancor più avremmo il dovere di aiutarle
prima, nel momento in cui si trovano di fronte al dilemma, per accertarci della effettiva libertà e
consapevolezza con cui hanno espresso la volontà di non far nascere loro figlio, prevenendo così, per
quanto possibile, questa tragedia (per le 2 vittime di ogni IVG) e questa sconfitta (per l’intera
comunità). Inoltre, ci chiediamo se a queste donne è stata presentata l’alternativa del parto in
anonimato con contestuale adozione del bimbo: quante sono oggi le famiglie, già in lista d’attesa, che
avrebbero immediatamente accolto alla nascita questi figli indesiderati come fossero i propri anziché
portare avanti difficili e complessi iter di adozione in Paesi lontani?
Oggi si festeggia anche a San Marino il ruolo dei “padri”, e allora che dire di quei 12 mancati
papà, che verosimilmente non sono stati neppure ascoltati e forse neppure informati della
gravidanza? Per la Legge 127/2022 i papà non esistono. Dobbiamo forse presumere che siano tutti
padri indegni o ignoti?
Se il crollo in un asilo-nido provocasse a San Marino la morte di 12 bambini, tutti grideremmo
giustamente allo scandalo e di dolore. Non di meno grideremmo di sdegno e dolore se quel crollo,
interessando il reparto di ginecologia e ferendo le madri, provocasse la morte dei loro bimbi. Ebbene,
12 madri ferite e 12 piccoli esseri umani morti ci sono anche ora, ma non per un terremoto o a causa
di malattie o infortuni, bensì per un sistema che non ha saputo proteggerli.
Se le nostre coscienze non sussultano alla notizia che nella “piccola” San Marino (certamente
non tra i Paesi più famosi per indigenza, degrado e discriminazione sociale, disoccupazione o basso
livello di istruzione) potremmo arrivare ad una media di 24 bambini abortiti all’anno (molto più di
una prima elementare dei giorni nostri), se notizie come queste non ci interrogano come comunità ma
ci lasciano indifferenti e addirittura ci fanno sentire “fieri” del nostro servizio sanitario, allora
crediamo che ci sia davvero da preoccuparsi.
San Marino, 19 marzo 2023
ASSOCIAZIONE UNO DI NO